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STORIA DI MONDAINO
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STORIA RIMINI
STORIA ANTICA MONDAINO
Storia di Mondaino
Mondaino, ridente borgo romagnolo, il cui toponimo trasformatosi nel corso dei secoli è citato nel 1069 nel documento di donazione di Pietro Bennone come Mons Dainus –
Monte Daino – con riferimento secondo alcuni ai numerosi daini presenti nei boschi del territorio mondainese, ma molto più probabilmente composto originariamente dal termine Mons ed un altro elemento
antroponimico, Damarum, di origine francese, fu fondato verosimilmente dagli Etruschi, che, durante la loro espansione verso la Pianura Padana, dopo averne cacciato gli Umbri, si stabilirono nelle
principali vallate appenniniche dell'Adriatico settentrionale. In età romana il territorio mondainese vide lo svilupparsi di vari centri abitati e produttivi, fra i quali il Vicus Dianensis, famoso a motivo di un
tempio di Diana, dea della caccia protettrice delle selve, i resti del quale alcuni studiosi identificano nel Convento delle Clarisse.
Nei secoli successivi Mondaino fu protagonista di numerosi eventi storici. L'importanza quale centro culturale e sociale di Mondaino è confermata sin dall'età longobarda dalla costruzione, nel VI secolo d.C., della la
Pieve di Sant'Apollinare Martire. Nel 1069 Mondaino fu donata a San Pier Damiani,
fondatore dell'Abbazia di San Gregorio in Conca, da Pietro Bennone, nobile riminese signore del castello. Mondaino fu in seguito oggetto delle brame dei Malatesta, signori di Rimini, e dei Montefeltro, duchi di Urbino.
L'alleanza ed il governo dei Malatesta datano al 1289, quando Mondaino si schierò con i Malatesta, aiutandone l'ascesa al potere a Rimini. Mondaino, caposaldo dei Malatesta sui confini con le terre degli acerrimi nemici
Montefeltro, duchi di Urbino, fu sempre considerata dai Signori di Rimini come luogo deputato ad incontri politici di altissimo livello ed alla firma di trattati con i signori di Urbino. Il borgo è infatti citato nelle
cronache del tre e del quattrocento come il Paese dei Patti. Nel 1393 Carlo Malatesta firmò nel salone della
Rocca di Mondaino la pace con l'acerrimo nemico Antonio da Montefeltro. Nel secolo seguente, nel 1459,
Sigismondo Pandolfo Malatesta e Federico II, duca d'Urbino, si incontrarono presso il Convento di San Francesco sul Monte Formosino per stipulare un trattato di pace che durò pochi anni, poiché nel 1462, anno nel quale Federico II conquistò il
castello di Mondaino e lo donò allo Stato della Chiesa, esso era già un lontano ricordo. La dominazione dello Stato della Chiesa fu interrotta, oltre che nel 1797 dalla conquista napoleonica, per pochi mesi nel 1523
quando Mondaino fu ceduta come garanzia di un debito ai Medici. Tra gli avvenimenti più significativi dell'epoca fu il misterioso assassinio, nel 1516, del trentenne possessore della Rocca e rimatore rinascimentale
Giovanni Muzzarelli, personalità di rilievo di origini mantovane della corte di Guidubaldo da Montefeltro, protetto dall'Ariosto e dal Bembo, in onore del quale si svolge tuttora il Palio del Daino. Durante il Risorgimento
Mondaino prese parte con un numeroso gruppo di patrioti ai moti di Rimini del 1845. Nel 1860 fu annessa al Regno Sabaudo ed infine entrò in quello d'Italia.
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