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STREGHE E BRIGANTI A RIMINI

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STORIA RIMINI

STORIA MEDIOEVALE RIMINI

Streghe e briganti di Rimini

Alla fine del Cinquecento le numerose difficoltà sociali ed il rapporto conflittuale con l'autorità determinarono la nascita e la diffusione del brigantaggio, estremo ed inefficace tentativo di combattere contro la crescente invadenza dello Stato della Chiesa. Il maggiore numero di atti di brigantaggio, compiuti da sbandati e diseredati, quali contadini fuggiti dai campi e dai proprietari terrieri, piccoli proprietari incapaci di fare fronte alla pressione fiscale, soldati e persino feudatari privati delle loro terre, era rappresentato da furti di cibo e razzie nelle campagne. Il fenomeno provocò la pesante reazione del comune di Rimini, che emanò bandi contro i briganti ed i vagabondi, ed alimentò fenomeni di grande intolleranza e violenza, che colpirono anche numerosi innocenti. Negli anni fra il 1550 ed il 1585 furono celebrati circa venti processi per eresia. Vennero colpiti in particolare modo vagabondi, eretici ed ebrei e presunte streghe o stregoni. Tristemente famosa rimane, infatti, la storia di una povera ed anziana donna, chiamata la Vaccarina, che, accusata di stregoneria, fu condannata al rogo e bruciata viva nel 1587 in Piazza Grande, l'attuale Piazza Tre Martiri, luogo, a quei tempi, deputato alle esecuzioni pubbliche. Il fenomeno del brigantaggio venne, poi, represso alla fine del secolo.

 

 

 

 

 

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