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SOMMOSSA DEL 1845
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Sommossa del 1845
STORIA RIMINI
STORIA
RINASCIMENTALE RIMINI
Rimini e la sommossa del 1845
Dopo i moti del 1843, che nella città di Rimini avevano prodotto disordini ed aggressioni che portarono, nell’aprile del 1844, ad alcuni processi, Rimini
tornò alla ribalta con la sommossa del 1845, a capo della quale fu il patriota
Pietro Renzi. La sommossa ebbe inizio il 23 settembre, quando due gruppi di ribelli, usciti in armi da
Palazzo Lettimi, si diressero l'uno
verso il Giuoco del Pallone, l'altro verso la caserma di San Francesco, nelle vicinanze del
Tempio Malatestiano. Il gruppo recatosi al Giuoco del Pallone, affollatissimo poiché vi si stava disputando una partita di
calcio, disarmò e mise in fuga i gendarmi presenti, mentre il secondo gruppo si impadroniva della caserma di San Francesco mediante un riuscito stratagemma. In breve tempo la città di Rimini fu presa dai rivoltosi senza
alcun spargimento di sangue. Il 24 settembre fu proclamato il Governo provvisorio, posto al comando di Pietro Renzi. Dopo tre soli giorni di libertà, tuttavia, la rivoluzione, isolata, era già giunta al termine,
mentre gli Svizzeri pontifici marciavano da Bologna su Rimini al fine di ristabilire l'ordine. Pietro Renzi diede allora notizia al governatore che la rivoluzione era finita e fuggì in Toscana. La
sommossa del 1845 originò
un importante dibattito del quale restano l'opuscolo Degli ultimi casi di Romagna di Massimo d'Azeglio, l'articolo di Gino Capponi Moti di Rimini, stampato a Parigi ne “La gazzetta Italiana”,
l'Austriae il Papa di Giuseppe Mazzini, La questione italiana di Filippo Canuti ed il Commento ai due opuscoli stampati a Parigi nel settembre 1845, opera attribuita ai Gesuiti.
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