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GALEOTTO ROBERTO MALATESTA
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STORIA RIMINI
STORIA MEDIOEVALE RIMINI
Roberto Malatesta detto il Magnifico
Roberto Malatesta, detto il Magnifico, figlio di
Sigismondo e Vannetta dei Toschi, nacque a Fano nel 1442. All'età di otto anni fu legittimato da papa Niccolò V e messo, quindi, in grado di succedere al padre. Educato da Sigismondo all'uso delle armi, dimostrò subito notevoli capacità di comando al punto da ottenere a soli diciotto anni, nominato capitano generale del comune di Ancona, numerose vittorie contro la città di Iesi. A diciannove anni
combatté contro l'esercito di papa Pio II e fu a capo dell'eroica difesa della città di Fano assediata. Nel 1464, infine, raggiunto dalla notizia non veritiera della morte del padre e dall'invito dello zio
Malatesta Novello a recarsi a Cesena quale figlio ed erede, Roberto Malatesta si recò a Cesena, che prese dopo la morte di Malatesta Novello. Il duca di Urbino, capitano della Chiesa e cognato di Malatesta Novello, tuttavia, ponendo l'assedio
alla città, lo costrinse ad arrendersi. Roberto ottenne, comunque, nel 1466, in Vicariato Sarsina, Meldola e numerosi altri luoghi in Romagna e nel Montefeltro. Sigismondo, tuttavia, insofferente alle iniziative del figlio
Roberto, prese a sua insaputa, lasciò alla sola moglie Isotta e a Sallustio, un altro dei suoi figli illegittimi, la signoria della città di Rimini e dei suoi domini. Roberto, sentitosi privato di un proprio diritto, appena morto
il padre, tornò a Rimini e se ne impadronì. Nel 1469, un anno dopo la morte di Sigismondo, Roberto Malatesta, accordatosi con Firenze, il re di Napoli, il duca di Urbino e quello di Milano, sconfisse, ottenendo una clamorosa vittoria,
le truppe del Papa, che avevano occupato i suoi domini, riconquistando anche la maggiore parte dei domini malatestiani precedentemente perduti da suo padre. Dopo essersi accordato con papa Paolo II, liberatosi quindi dai
pericoli esterni, Roberto Malatesta fu liberato anche da quelli interni alla sua stessa famiglia. Nel 1470 furono, infatti, uccisi i fratelli Sallustio e Valerio e la matrigna Isotta, morti delle quali egli stesso fu accusato.
Con la morte del pontefice Roberto Malatesta riprese la sua libertà d'azione, ottenendo, tuttavia, nel 1473, dal nuovo papa Sisto IV, il Vicariato, sebbene ridotto nell'estensione in confronto all'antico. In seguito divenne
anche capitano del popolo di Venezia, che gli conferì il patriziato veneto imponendogli, però, un proprio podestà. Durante la guerra che contrappose i Veneziani e la Chiesa ai Fiorentini, alleati con i duchi di Milano e di
Calabria ed il re di Napoli, Roberto, comandante delle truppe veneziane e pontificie, liberò la stessa città di Roma dall'assedio. Infine, il 21 agosto 1482, nella battaglia di Campo Morto, nelle Paludi Pontine, annientò
il nemico, facendo un enorme bottino. Egli, tuttavia, non poté trarne alcun vantaggio, poiché, ammalatosi di malaria, morì una ventina di giorni dopo la vittoria. Negli ultimi giorni della sua vita, l'unico pensiero di
Roberto Malatesta detto il il Magnifico fu quello di assicurare la successione alla signoria di Rimini al figlio illegittimo
Pandolfo Malatesta, legittimato da papa Sisto IV dopo la morte del padre
ed in seguito chiamato Pandolfaccio Malatesta.
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