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MOTI DEL 1831

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STORIA RIMINI

STORIA RINASCIMENTALE RIMINI

Rimini ed i moti del 1831

L'Italia partecipò con i moti del 1831 alla rivoluzione francese del luglio 1830. Il 6 febbraio giunse a Rimini la notizia dell'irruzione nella casa di Ciro Menotti e della fuga del duca di Modena nella città di Mantova. Mentre a Bologna erano già iniziati i tumulti anche Rimini insorse. Le legazioni pontificie di Forlì, Bologna, Ravenna e Ferrara si separarono dallo Stato della Chiesa e fondarono il Governo delle Province Unite. Anche Rimini si sollevò ed istituì un Comitato Provvisorio di Governo del quale era presidente il gonfolaniere conte Filippo Battaglini. Fu istituita la Guardia Civica e le autorità pontificie cessarono tutte le loro funzioni, comprese quelle giudiziarie. Papa Gregorio XVI, eletto al soglio pontificio dopo la vacanza della sede, invitò tutti i cittadini, compresi quelli di Rimini, a sottomettersi alla Chiesa, promettendo loro il perdono. Il Comitato Provvisorio di Bologna aveva, tuttavia, già dichiarato decaduto il potere temporale della Chiesa, mentre il colonnello Sercognani era in marcia con l'esercito verso Roma. Numerose città dell'Umbria e delle Marche caddero. Il 26 febbraio i deputati delle province insorte, dichiaratisi liberi dal dominio della Chiesa, annunciarono l'unione delle città e dei paesi in uno Stato unitario. Il 7 marzo il cardinale Bernetti annunciò l'ingresso a Modena, Parma e Pontelagoscuro di tre colonne austriache. L'Austria aveva disatteso il principio di non intervento. Le speranze furono riposte nella Francia. Il generale Grabinsky arrivò, infatti, l'11 marzo a Rimini, per ispezionare la Guardia Nazionale Scelta, mentre pochi giorni dopo il generale austriaco Frimont annunciò l'avanzata nei territori dello Stato della Chiesa. Lo scontro decisivo si svolse a Rimini. Il 25 marzo gli Austriaci, calati per reprimere i moti, attaccarono all'improvviso il battaglione di volontari di Carlo Armari, dando inizio alla cruenta battaglia delle Celle, alle porte della città di Rimini, vicino al cimitero della fonte Sacramora. Lo scontro durò due ore ed al sopraggiungere della sera, come annota Giuseppe Mazzini, la terra era coperta da cadaveri. Dopo la battaglia il generale austriaco Mengen entrò nella città di Rimini, che fu riconsegnata al Papa. Ebbe, quindi inizio un triennio di dure repressioni, durante le quali fu arrestato, fra gli altri, il patriota liberale Pietro Renzi. Con la battaglia delle Celle, che concluse i moti del 1831 e che rappresentò il primo tentativo di difendersi dallo straniero con le armi, Rimini uscì nuovamente dall'ambito locale e tornò al centro delle vicende europee. Il primo scritto di carattere politico di Giuseppe Mazzini, intitolato Une nuit de Rimini, cioè Una notte di Rimini, ispirato alla battaglia delle Celle, ne divulgò infatti la fama, sottolineando il valore degli Italiani.

 

 

 

 

 

 

 

 

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