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CADUTA DEL FASCISMO

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STORIA RIMINI

STORIA MODERNA RIMINI

Rimini e la caduta del Fascismo

Lo sbarco degli Alleati anglo-americani in Sicilia il 10 luglio 1943 inferse il colpo finale al regime fascista. Quindici giorni dopo, infatti, il 25 luglio 1943, il gran Consiglio del Fascismo depose Benito Mussolini da capo del governo, decretando la fine del fascismo. Il governo venne affidato al maresciallo d'Italia Pietro Badoglio, che assunse la carica di Capo del Governo, mentre nell’Italia intera venivano allo scoperto forze antifasciste, fino ad allora represse e non particolarmente ben viste dallo stesso Badoglio. Benito Mussolini fu arrestato. A Rimini la caduta del fascismo colse alla sprovvista la popolazione e non provocò atti di violenza. Il 25 luglio era domenica, ed i Riminesi, assieme ai turisti presenti, si rallegrarono, erompendo in manifestazioni di giubilo, sia per la caduta del regime fascista sia perché ritenevano erroneamente ormai prossima la fine della guerra. Anche a Rimini tornarono allo scoperto gli antifascisti. L'Italia si incamminava intanto verso l'armistizio con gli Alleati, che venne firmato l'8 settembre 1943. Era ad esso conseguente la dichiarazione di guerra alla Germania, che provocò l'immediata reazione dell'esercito tedesco. Mentre gli Alleati anglo-americani sbarcavano a Salerno ed il Re ed il maresciallo Badoglio lasciavano furtivamente Roma, l'esercito tedesco, al comando del maresciallo Albert Kesserling a Sud e del maresciallo Erwin Rommmel a Nord, in soli tre giorni dissolse l'esercito italiano, ormai allo sbando poiché era rimasto privo di una guida, e liberò Benito Mussolini,  che fu posto a capo del governo della appena fondata Repubblica Sociale Italiana (RSI), con sede a Salò. L'Italia era divisa. Anche a Rimini le forze tedesche assunsero, dal 13 settembre 1943, il comando della città. Il 16 settembre 1943 fu fondato per la terza volta il fascio di Rimini, protetto dal comando tedesco. Rimini era, infatti, divenuta una Platzkommandantur tedesca, nella quale operavano la Wehrmacht - cioè l'esercito tedesco - la federazione del fascio repubblicano e l'autorità municipale fascista. Il Direttorio collaborazionista cercò di raggiungere un accordo, che non ebbe buon esito, con gli esponenti riminesi dei partiti antifascisti. Le forze antifasciste riminesi, appena uscite dalla clandestinità, vi rientrarono prontamente cercando di rafforzare la loro organizzazione. I cittadini di Rimini non ebbero, tuttavia, il tempo di vedere in azione i fascisti tornati al potere, poiché il 1° novembre 1943 iniziarono i bombardamentI di Rimini  con gli aerei i quali dispersero 35.000 riminesi nell'entroterra. Il commissario prefettizio di Rimini, nella confusione generale, decise, quindi, di dimettersi. Il 5 dicembre 1943 prese il suo posto, in qualità di Commissario Straordinario, il ragioniere Ugo Ughi, il quale si apprestava ad amministrare una Rimini, come egli stesso scrisse, oramai morta. Iniziò, così, il regime di occupazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

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