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TERREMOTI E CARESTIE A RIMINI

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STORIA RIMINI

STORIA MEDIOEVALE RIMINI

Terremoti e carestie a Rimini

Nonostante Rimini fosse la città più fiorente e prospera della Legazione le condizioni di vita dei suoi abitanti furono assai precarie poiché i Riminesi furono messi a dura prova da numerose carestie e da due spaventosi terremoti. A partire dal 1590 circa vi fu un peggioramento generale del tempo, chiamato la piccola età glaciale, che si prolungò fino alla metà dell’Ottocento. Le precipitazioni frequenti provocarono ricorrenti alluvioni del fiume Marecchia. Le campagne e l'agricoltura ne furono gravemente danneggiate, provocando l'avvicendarsi di carestie ed epidemie che decimarono la popolazione e resero la vita degli abitanti di Rimini molto difficile. Particolarmente gravi furono le carestie che si susseguirono negli anni 1569, 1573, 1581, 1587, 1590 e 1591. la situazione fu resa ancor più grave dai disastrosi terremoti che colpirono la città di Rimini nel 1672 e nel 1786. Il primo di essi, che provocò una forte caduta demografica, ebbe luogo il Giovedì Santo del 14 aprile 1672. La città subì ingenti danni e si manifestarono anche numerosi episodi di violenza. Le forze dell'ordine dovettero prendere provvedimenti per impedire sia l'esodo che l'accesso alla città, poiché, come attestano le fonti storiche, furono persino ritrovati cadaveri con le dita mozzate per impadronirsi degli anelli indossati dalle vittime. La città, frettolosamente ricostruita, subì un altro devastante terremoto durante la notte del 24 dicembre 1786. Due scosse premonitrici del devastante terremoto che rase al suolo non solo le case dei quartieri più poveri, ma anche i palazzi nobiliari, i monasteri, le chiese e persino la cattedrale ed i granai pubblici, non spaventarono, in un primo tempo, la popolazione di Rimini, intenta a seguire i riti religiosi del S. Natale. In seguito, tuttavia, mentre iniziava a nevicare, si diffuse il panico. I danni furono particolarmente ingenti e nuovamente dovettero essere adottate misure di polizia al fine di evitare saccheggi ed atti di violenza. Le autorità religiose considerarono il sisma una punizione divina ed organizzarono numerose processioni per chiedere perdono. La già precaria situazione di questo lungo periodo fu aggravata dalle lotte per la conquista dell'Italia che si susseguirono nei secoli. Le truppe di Carlo V transitarono per Rimini nel 1531, mentre nel 1557 l'esercito francese ne saccheggiò e devastò il territorio. Fino  ai primi  cinquanta anni del '700 Rimini fu ancora angustiata da alluvioni, carestie e passaggi di truppe con conseguenti acquartieramenti, saccheggi e violenze da parte dei vari eserciti che transitavano sul territorio. Il culmine si ebbe durante la guerra ispano-austriaca del 1742-44. Un cronista dei tempi descrive Rimini ridotta in condizioni disperate.

 

 

 

 

 

 

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