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SIGNORIA DI SIGISMONDO PANDOLFO MALATESTA
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STORIA RIMINI
STORIA MEDIOEVALE RIMINI
La Signoria di Sigismondo Pandolfo Malatesta
Sigismondo Pandolfo Malatesta, che la tradizione storiografica avversa descrive in termini assai negativi, mettendone in luce i tradimenti e la
bramosia di denaro, principe di uno dei più importanti Stati del suo tempo, fu, in realtà un abile condottiero e uomo politico. È stato una personalità
d'eccezione destinata, a causa di avversari molto più potenti di lui e del suo Stato ormai relativamente piccolo, a perdere la partita politica dei
suoi tempi. Nel 1432, alla morte del fratello Galeotto Roberto Malatesta, Sigismondo Malatesta divenne, per trentasei anni, unico signore di Rimini. L'anno seguente, nel
1433, l'imperatore Sigismondo di Lussemburgo, sceso in Italia, lo ordinò cavaliere assieme al fratello Malatesta Novello. Due anni dopo, nel 1435,
Sigismondo divenne capitano della Chiesa per la Romagna e riportò con la forza l'autorità della Chiesa a Bologna. La sua vera professione fu, però
quella di condottiero, che lo portò al servizio di Venezia. Durante gli anni 1447-1448, anni della grande affermazione di Sigismondo Pandolfo Malatesta
come condottiero, ogni scelta politica e militare doveva tenere conto dei due schieramenti che vedevano contrapposte Firenze e Milano a Venezia e
Napoli, mentre l'acerrima rivalità tra Sigismondo Malatesta e Federico di Montefeltro, sullo sfondo dei grandi eventi, rimaneva in secondo piano. Sigismondo,
infatti, benché fosse al soldo del re Alfonso d'Aragona, passò al comando delle truppe di Firenze, assieme al nemico Federico di Montefeltro, e
sconfisse, nel 1448, a Piombino, le truppe di re Alfonso d'Aragona. La rivalità tra i due nemici, tuttavia, non cambiò: essi continuarono ad essere
in lotta tra loro. In seguito alla vittoria di Piombino, con la quale i Fiorentini avevano allontanato dalla Toscana la minaccia posta dagli Aragonesi, Sigismondo entrò nella città di Firenze da trionfatore. Nel
frattempo, a Caravaggio, i Milanesi avevano sconfitto i Veneziani. Sigismondo Malatesta, si portò, quindi, nel 1449, con un nuovo passaggio di campo, al
soccorso di Venezia, divenendone il condottiero. Il passaggio a Venezia gli valse la fama di slealtà e l'esclusione dal Patto di Lodi, stipulato nel
1454 tra le città di Venezia e Milano. Con il Patto di Lodi ebbe inizio un lungo periodo di pace garantito dalla Lega Italica, della quale facevano
parte i più importanti Stati italiani, cioè la Repubblica di Venezia, quella di Firenze, il Regno di Napoli, il ducato di Milano ed il Papato, dal quale,
durante i pontificati di Papa Pio II e Paolo II, Sigismondo, tuttavia,
dovette subire gravi umiliazioni. Nel 1463, infine, Sigismondo Malatesta fu sconfitto dall'esercito pontificio comandato dal suo eterno nemico Federico di Montefeltro. Papa Paolo II gli lasciò solamente il vicariato di Rimini,
nella quale egli tornò l'11 aprile 1466. Due anni dopo, nel 1468, Sigismondo Malatesta morì, all'età di soli 51 anni.
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