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SIGISMONDO PANDOLFO MALATESTA E PAPA PIO II
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STORIA DI RIMINI
STORIA MEDIOEVALE RIMINI
Sigismondo Pandolfo Malatesta e Papa Pio II
Nel 1459 divenne Papa, con il nome di Pio II, Enea Silvio Piccolomini, da lungo
tempo nemico di Sigismondo Pandolfo Malatesta. Le tendenze centralizzatrici della Chiesa entrarono, quindi, apertamente in conflitto con quelle
particolaristiche della signoria di Rimini, l'eliminazione della quale si svolse, per volontà del nuovo Papa, a vantaggio della casata dei Piccolomini.
La prima umiliazione che Pio II inflisse a Sigismondo Pandolfo Malatesta, sotto il profilo giuridico suo vassallo e suddito, poiché la signoria dei Malatesta era
formalmente una concessione della Chiesa di Roma, fu l'imposizione di consegnare Senigallia alla Chiesa e Mondavio e il Montefeltro all'acerrimo
nemico Federico. Al tentativo di Sigismondo di riconquistare Mondavio, Pio II scatenò contro quest'ultimo una campagna d'opinione che si risolse
nella violenta ed ingiusta requisitoria pubblica che Andrea Benci tenne il giorno di Natale del 1461. Sigismondo, definito l'Anticristo ed accusato di
crimini infamanti, venne scomunicato. Da allora in poi venne definito, nei documenti pontifici, quale filius iniquitatis. Intenzionato a porre
rimedio alla situazione, Sigismondo, ai primi di luglio del 1464, passò in Morea, a capo di una spedizione veneziana contro i Turchi, nell'ambito di un
disegno di crociata ispirato dal pontefice. La morte di papa Pio II, tuttavia, rese vana la sua impresa, che non godeva neppure del favore del
nuovo papa Paolo II. Sigismondo Pandolfo Malatesta, dopo avere assediato Mistra, capitale del despota turco di Morea, ed essere entrato in contrasto con il Dandolo,
provveditore della Repubblica di Venezia, abbandonò, infine, la spedizione e si ritirò a Napoli di Romania, passando, in seguito, in Licaonia e a
Mantinea. Nel gennaio del 1465 si ammalò gravemente, tuttavia già in marzo riprese la campagna. La diplomazia di papa Paolo II si adoperò per
convincere Sigismondo Pandolfo Malatesta ad abbandonare l'impresa in Morea, il quale, chiesti invano rinforzi a Venezia, si dimise dal comando supremo, si imbarcò per
l'Italia ed in seguito sciolse il contratto con la Repubblica. L'11 aprile 1466 entrò nuovamente a Rimini. Due anni dopo, nel 1468,
Sigismondo Pandolfo Malatesta morì, all'età di soli 51 anni.
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