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PIRATI E CORSARI A RIMINI
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Pirati e corsari Rimini
STORIA RIMINI
STORIA
MEDIOEVALE RIMINI
Pirati e corsari a Rimini
Fino ai primi cinquanta anni del
'700 la città di Rimini, già grandemente provata da alluvioni, carestie, passaggi di truppe e conseguenti violenze di ogni tipo, dovette subire, vivendo momenti di terrore, anche numerose incursioni piratesche.
La pirateria, fenomeno esistito fin dalle età più antiche, era praticata in questo periodo soprattutto dai corsari barbareschi, cioè dai
pirati turchi che praticavano la corsa, ossia la pirateria legalizzata nel loro paese d'origine, la
Barberìa, situata nell'Africa settentrionale. Scorrerie piratiche partivano anche dalla Morea e dall'Albania. Le attività
principali sia dei pirati che dei corsari consistevano principalmente nell'assalto alle navi mercantili, con conseguenze disastrose sui commerci marittimi, e nel rapimento e nella riduzione in schiavitù o liberazione
dietro riscatto di uomini, donne e bambini. Spesso pirati o corsari attaccavano interi centri abitati. Per difendere la costa romagnola furono poste sentinelle ed organizzati pattugliamenti a cavallo, che, percorrendo
la spiaggia, mettevano all'erta la città in caso di attacco da parte delle fuste, veloci imbarcazioni barbaresche dotate di artiglieria. Al fine di proteggersi dalle incursioni dei pirati e dei corsari già nel
'400 fu eretta, nelle vicinanze del porto, una torre di avvistamento, resa in seguito inutilizzabile dall'avanzamento della terraferma. Sei torri di avvistamento, posizionate lungo la costa, furono costruite alla fine del ‘600.
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