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PANDOLFACCIO MALATESTA
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STORIA RIMINI
STORIA MEDIOEVALE RIMINI
L'ultimo signore di Rimini: Pandolfaccio Malatesta
Negli ultimi giorni della sua vita, l'unico pensiero di
Roberto Malatesta il Magnifico fu quello di assicurare la successione alla signoria di Rimini al figlio
illegittimo Pandolfo Malatesta, legittimato da papa Sisto IV dopo la morte del padre ed in seguito chiamato
Pandolfaccio Malatesta, a motivo dell'ostilità che dimostrò nei
confronti della nobiltà riminese. Pandolfo, che divenne signore di Rimini a soli sette anni e a soli tredici anni sposò Violante Bentivoglio, figlia del
signore di Bologna, dalla quale ebbe nel 1498 il figlio Sigismondo, nel 1492 fece uccidere, istigato dalla madre
Elisabetta Aldobrandini, dapprima lo zio
Raimondo ed in seguito lo zio Galeotto assieme ai due figli, facendo precipitare la città di Rimini nell'instabilità e nel malgoverno. Pandolfo Malatesta continuò, in seguito, ad ordire tradimenti e commissionare omicidi. Nel 1493, infatti, assunto a servizio dai Veneziani, dopo essersi dimostrato un
buon soldato nella battaglia di Fornovo, tornato al campo, uccise, con l'accusa di tradimento, il conte Guido di Bagno, suo capitano. Nel 1498,
alla morte di Elisabetta Aldobrandini, i notabili della città di Rimini ordirono una congiura. Essi decisero di sterminare Pandolfaccio assieme a
tutta la sua famiglia durante una cerimonia religiosa nella Chiesa di S. Agostino. La congiura fallì e la città di Rimini divenne per lungo tempo il
luogo nel quale si consumarono feroci vendette e persecuzioni. Nella mutata situazione politica italiana - le piccole signorie erano entrate in crisi di
fronte al potere dello stato unitario europeo - il nuovo papa Alessandro VI, con il beneplacito francese alla conquista della Romagna, appoggiò il
figlio Cesare Borgia, chiamato il Valentino, nella sua opera di conquista di vasti territori nelle Marche, in Umbria ed in Romagna. Nel febbraio 1500
lo stesso Pandolfaccio Malatesta si recò inutilmente a richiedere aiuti a Venezia per opporsi al Valentino, al quale la stessa città di Rimini si diede
nell’ottobre del medesimo anno. Il governo severo ma equanime di Rimini da parte del duca Valentino durò, tuttavia, solamente tre anni, poiché il nuovo
Papa Giulio II lo costrinse ad abbandonare la città ed i suoi domini in Romagna. Pandolfo, rientrato a Rimini il 6 ottobre 1503, iniziò, quindi,
nuovamente una lunga serie di vendette ai danni dei suoi nemici, che, assieme al suo malgoverno, suscitarono un opposizione tale da indurlo ad
abbandonare Rimini e a cedere i suoi domini romagnoli a Venezia, ottenendone in cambio la signoria di Cittadella. Il pontefice, non
riconoscendo ai Veneziani il diritto di succedere ai Malatesta nel Vicariato di Romagna, chiese però l'aiuto del re di Francia e
dell'imperatore. Durante la guerra che ne scaturì Pandolfaccio Malatesta passò alternativamente da un campo all'altro. Perduta ogni credibilità egli non
smise di ordire intrighi, riuscendo persino a rientrare, nel 1522 e nel 1527, nella città di Rimini, conquistata a tradimento dal figlio
Sigismondo. A motivo del clima di terrore instaurato ancora una volta in città, Pandolfaccio Malatesta ed il figlio Sigismondo furono nuovamente e
definitivamente cacciati da Rimini il 17 giugno 1528. Ebbe così fine la signoria dei Malatesta di Rimini.
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