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NASCITA DEL TURISMO A RIMINI
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STORIA RIMINI
STORIA
RINASCIMENTALE RIMINI
A Rimini nasce il turismo
Le spiagge di Rimini, a quei tempi con dune ed acquitrini, furono frequentate
già dalla seconda metà del Settecento. A partire dai primi anni dell'Ottocento la presenza di bagnanti si fece sempre più numerosa.
Solamente nel 1843, però, vi fu un intervento congiunto sia pubblico che privato volto ad organizzare il primo stabilimento balneare dello
Stato
Pontificio. Il 30 luglio 1843, infatti, fra grandiosi preparativi, fu inaugurato dal cardinale Legato
Luigi Vannicelli Casoni il primo
Stabilimento dei Bagni, che fu visitato, nel 1857, anche da Papa Pio IX. Esso era stato progettato da Nicola Berzanti ed era gestito da una società
privata composta dai conti Ruggero ed Alessandro Baldini e dal giovane medico ed imprenditore
Claudio Tintori, il quale, favorito dal Legato,
aveva ottenuto una concessione governativa che gli concedeva di organizzare e sfruttare le attività terapeutiche e ludiche sulla spiaggia di Rimini.
L'iniziativa non era avventata, ma rispondeva alle richieste dei primi bagnanti presenti a Rimini. Per prima cosa fu bonificato l'arenile e fu
costruita la strada, corrispondente all’odierna viale Principe Amedeo, che portava da Rimini allo Stabilimento. Lo Stabilimento dei Bagni era formato
da un edificio di ingresso in muratura collegato ad una costruzione in legno su palafitta, posta a circa venti metri dal bagnasciuga, nella quale erano
gli spogliatoi sia maschili che femminili, e dalla quale si scendeva, tramite una scaletta di legno, direttamente a mare. Nonostante la novità, la
società, tuttavia, non ebbe buon fine, poiché la famiglia dei conti Baldini oppose una dura resistenza alla gestione di Claudio Tintori. La contessa
Maria Belmonte Cima, madre dei giovani Ruggero ed Alessandro, cercò, infatti, con ogni mezzo di screditare il giovane imprenditore. L'amante
della stessa contessa gli tese persino un agguato, sparandogli con una pistola caricata a stoppa. Uno zio dei giovani conti, a capo della Sanità
di Ancona, col pretesto della sua competenza sulle coste, tentò di farlo arrestare. Nonostante gli evidenti ingiustificabili eccessi l'intera
vicenda può essere letta come l'urto tra mentalità imprenditoriali diverse o come il tentativo di difesa della vecchia nobiltà nei confronti di giovani
rampanti, privi di capitali ma pieni di iniziativa ed idee. Vicende politiche e fattori naturali, quali l'inondazione del fiume
Marecchia nel
1866, concorsero, infine, a fare chiudere lo Stabilimento.
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