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INSURREZIONI DEL 1848
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Insurrezioni del 1848
STORIA RIMINI
STORIA
RINASCIMENTALE RIMINI
Rimini e le insurrezioni del 1848
La crisi economica che colpì tra il 1845 ed il 1847 l’Europa fu uno dei motivi che portarono alle insurrezioni del 1848. Le riforme concesse da
Papa Pio IX
furono la scintilla che, incoraggiando i movimenti che si battevano per le riforme, provocò l'esplodere della rivoluzione. A Rimini l'entusiasmo per Pio IX, che con la concessione dell'amnistia aveva permesso anche all'esule
Pietro Renzi di tornare in patria, provocò incontenibili manifestazioni di giubilo. A Vienna, frattanto, una rivolta borghese aveva defenestrato il ministro
Metternich, provocando ripercussioni anche nei domini asburgici in
Italia, che portarono alla prima guerra d'Indipendenza. Venezia restaurò la
Repubblica Veneta, Milano ed altre città dell'Italia insorsero. Il Piemonte dichiarò guerra all'Austria per liberare il Lombardo-Veneto assoggettato
agli Austriaci. Anche a Rimini si discuteva di guerra. Agli inizi del 1848 fu indetta una sottoscrizione per la causa nazionale, mentre il 9 di aprile partirono i primi volontari per la guerra contro l'Austria. Anche Rimini
subì disagi e lutti, poiché vi fu il passaggio in città di numerose truppe e sui campi lombardi morirono ben sette dei cinquecento riminesi che erano partiti volontari. Rimini, inoltre, raccolse denaro per Venezia ed ospitò in
città la colonna Garibaldi. L'esito negativo della guerra dopo la sconfitta di Custoza, determinò, anche a Rimini, un rafforzamento delle posizioni democratiche che intendevano sostituire una guerra di popolo alla guerra
regia. Il generale Zucchi fu inviato dal governo costituzionale in Romagna allo scopo di ristabilire l'ordine. Dieci giorni più tardi, il 15 novembre 1848,
Pellegrino Rossi fu ucciso alla Cancelleria, mentre di lì a poco, il
24 novembre 1848, papa Pio IX sarebbe fuggito a Gaeta. Nel febbraio del 1849 i democratici annunciarono la fine dello Stato pontificio e l'istituzione della
Repubblica Romana. In seguito gli eventi precipitarono. Vi fu la
sconfitta di Novara e l'esercito austriaco entrò nelle Legazioni pontificie di Romagna. Il 20 di maggio gli Austriaci entrarono anche nella città di Rimini. La Guardia Civica fu sciolta e l'autorità pontificia fu restaurata.
Anche la Repubblica Romana, dopo una strenua difesa, fu abbattuta. Tra i difensori vi furono duecentosettantacinque riminesi, dei quali cinque morirono in battaglia. Il 29 luglio 1849 il generale asburgico
Hahne,
paventando un attacco dei garibaldini, dichiarò lo stato d'assedio. Gli anni che seguirono furono, tuttavia, di apparente calma, poiché, benché i mazziniani continuassero a cospirare, i democratici erano stati ridotti
all'impotenza da una reazione, che, nello Stato Pontificio, fu durissima.
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